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Efrem. Diede voce e parola a chi cerca l'Infinito

Matteo Liut mercoledì 9 giugno 2021
Nessuna misura umana può cogliere la profondità dell'amore di Dio, eppure le parole possono esprimere il mistero in tutta la sua immensità: ce lo insegnano i santi, i teologi e i poeti. Sono questi testimoni a dare voce alla tensione che ogni essere umano coltiva nel cuore e che lo spinge verso l'infinito. Tra questi "maestri" c'è anche sant'Efrem, diacono della Siria vissuto nel IV secolo e dottore della Chiesa. I suoi testi teologici e poetici entrarono nella liturgia della Chiesa orientale e per questo si meritò il titolo di "cetra dello Spirito Santo". Era nato a Nisibi attorno al 306 e conobbe la fede cristiana attorno ai 15 anni d'età. Tre anni più tardi fu battezzato, stringendo poi un forte legame con il vescovo della città, Giacomo, che seguì al Concilio di Nicea nel 325. Assieme al vescovo, poi, diede vita alla scuola teologica. Ordinato diacono dallo stesso presule, nel 363, quando Nisibi fu conquistata dai Persiani, fu costretto a emigrare a Edessa, qui non solo continuò la sua opera teologica ma si dedicò anche alla cura dei malati. Morì nel 373.
Altri santi. San Riccardo di Andria, vescovo (XII sec.); san Giuseppe de Anchieta, sacerdote (1534-1597).
Letture. Romano. 2Cor 3,4-11; Sal 98; Mt 5,17-19.
Ambrosiano. Es 12,35-42; Sal 79 (80); Lc 5,33-35.
Bizantino. Rm 8,2-13; Mt 10,16-22.