Ecco il «laboratorio» della Vallée, dove il gusto ti porta sempre più in alto
Sono in Val d'Aosta per una riflessione pubblica sul tema "Dove ti porta il gusto". E fra me penso: ti porta qui, di fronte ai ghiacciai e alla vetta silenziosa del Dente del Gigante. Nel ristorante gourmet il giovane chef, 26 anni, al mattino va a scegliere erbe officinali e fiori eduli nel Centro agricolo Ollignan di Quart, per poi impostare la sua cucina raffinata.
Dove ti porta il gusto? Me lo chiedo anche alla sosta all'enoteca, dove scopro etichette di nuovi produttori di vino, molti dei quali giovani. Qui si beve il Blanc de Morgex et de la Salle, che viene anche spumantizzato. Al Pavillon di Mont Fréty, tappa intermedia della funivia avveniristica del Monte Bianco, c'è un punto di degustazione della Cooperativa Cave Mont Blanc e persino una cantina che vinifica
le uve prie blanc: ma non può avere la doc, essendo una cantina sospesa nel cielo. Ora stanno studiando gli effetti dell'affinamento del vino ad alta quota.
Un altro produttore di questo vino ha riabilitato i grani antichi della Valle, mentre il figlio realizza farine per confezionare pani fragranti; e il cugino, titolare di una macelleria a filiera completa a Morgex, affina le sue coppe con le erbe della Valle, come l'issopo... È una scoperta, questo mondo agricolo-turistico che cerca una distinzione attraverso la natura di prossimità. Come è stato possibile? Certamente il seme lo hanno gettato l'Institut Agricole Régional e il canonico Joseph Vaudan, che ha dato un impulso straordinario alla ricerca e all'innovazione.
Lo conobbi nel 1986, quando gli feci una delle mie prime interviste ed ebbi la percezione che quell'uomo di fede fosse innanzitutto un seminatore, i cui frutti maturi non avrebbe colto. Ma il seme in queste montagne è una cosa forte e resiste alle intemperie del meteo come alle burrasche della politica. Un prete che aveva una visione, capace di indicare una strada.
Ecco, in Valle d'Aosta oggi si può percorrere una via certa, che vede una naturale combinazione fra turismo e agricoltura, artigianato alimentare e ristorazione. Il neo ministero per le Politiche Agricole ha assunto tutte queste competenze, per la prima volta. Bisogna fargli sapere che in Vallée c'è un laboratorio che ha funzionato e va incentivato.
Solo la distinzione qualitativa può farci percepire il valore culturale, economico e sociale di un'attività. E quello che ho percepito in Val d'Aosta è un fenomeno da guardare con attenzione. L'Italia riparte sempre dagli esempi più virtuosi.