Cos’è l’anima se non la verità di noi stessi? È quello il luogo in cui giace la scintilla divina che ci spinge a cercare l’infinito. È lì che capiamo chi siamo veramente. E proprio a questa affascinante visione sull’anima dedicò tutto il suo impegno di studioso sant’Alberto Magno. Conciliando in sé la visione mistica radicata in Dionigi l’Aeropagita e le teorie filosofico-naturali di Aristotele egli indicò appunto la strada per mettersi sulle tracce dell’anima, una ricerca che gli fruttò il titolo di “dottore universale”. Il campo della sua ricerca teologica e filosofica, infatti, era vastissimo e la sua eredità fu raccolta dal più famoso dei suoi allievi, san Tommaso d’Aquino. Ma Alberto portò nel suo ordine, i Domenicani, anche quella tensione mistica che sarà poi sviluppata da Meister Eckhart. Alberto era nato in Baviera attorno al 1206, studente a Padova, nel 1223 era entrato tra i Domenicani, insegnando poi in diverse città. Dopo un’esperienza a Parigi tornò con il suo allievo Tommaso a Colonia per dirigere il nuovo studium. Tra il 1260 e il 1262 fu anche vescovo di Ratisbona; nel 1274 partecipò al Concilio di Lione. Morì nel 1280. Proclamato beato da papa Gregorio XV nel 1622, fu canonizzato da Pio XI nel 1931, quando venne anche dichiarato dottore della Chiesa. Il 16 dicembre 1941 per volere di Pio XII è stato scelto come patrono dei cultori e degli studiosi delle scienze naturali.
Altri santi. Beata Lucia Broccadelli, domenicana (1476-1544); san Giuseppe Pignatelli, religioso (1737-1811).
Letture. Romano. 2Gv 1,3-9; Sal 118; Lc 17,26-37.
Ambrosiano. Ap 22,1-5; Sal 45 (46); Mt 25,14-30.
Bizantino. 1Tm 4,4-8.16; Lc 16,15-18.17,1-4.
t.me/santoavvenire
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