La comunità cristiana non è una semplice associazione di persone che condividono un ideale di vita, valori buoni per l’esistenza o l’impegno verso i meno fortunati. Essere cristiani significa testimoniare in ogni momento la vita di Dio, e questa testimonianza ha la propria radice nell’Eucaristia. I santi Martiri di Abitina, ricordati oggi dal Martirologio Romano, rappresentano un profetico richiamo all’irrinunciabile legame tra la vita della comunità cristiana e il sacramento del Sangue e del Corpo di Cristo. Non si tratta di vivere rifugiati in una dimensione spirituale ma di alimentare i gesti della quotidianità con la forza dell’Infinito, del Totalmente Altro, dell’amore di Dio. Di questo ci parlano i 49 martiri ricordati oggi, uomini e donne di Abitina (o Abitene), città dell’Africa Proconsolare, vissuti tra la fine del III secolo e l’inizio del IV. In quegli anni l’imperatore Diocleziano aveva scatenato una dura repressione contro i cristiani obbligando il clero a consegnare i libri sacri e vietando le riunioni. Ma il gruppo di Abitina, guidato dal sacerdote Saturnino, aveva sfidato il divieto, riunendosi di nascosto per l’Eucaristia. Scoperti, furono arrestati e poi inviati a Cartagine dal proconsole Anulino, davanti al quale tutti dichiararono di non poter rinunciare alla celebrazione domenicale. Per questo vennero incarcerati e poi martirizzati.
Altri santi. San Damiano di Roma, martire; beato George Haydock, sacerdote e martire (1556-1584).
Letture. Romano. Sir 15,16-21; Sal 118; 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37.
Ambrosiano. Bar 1,15a;2,9-15a; Sal 105 (106); Rm 7,1-6a; Gv 8,1-11.
Bizantino. 1Cor 8,8-9,2; Mt 25,31-46.
t.me/santoavvenire