È il rifiuto dei migranti che «rottama» il cristianesimo
DIGNITÀ DEL MORENTE
Qualcosa di simile si può dire per coloro che sono ai limiti della vita, malati, sofferenti, paralitici, ciechi. I giornali che si dicono "laici" scrivono che in queste condizioni il morente ha perso la sua dignità e, per ridargliela insieme con la morte, gli staccano la spina, gli sfilano il tubo dell'ossigeno, gli fanno bere una moderna cicuta, di quelle che – a dire dei fornitori – servono a restituire un po' di dignità proprio nella morte cercata. E non sanno che la dignità e la civiltà non sono il benessere, la salute, la non sofferenza, ma sono proprio tutto ciò che si vuole togliere senza riuscirci: la vita umana; che la dignità come la povertà sono la condizione di chi soffre ed è morente, perché allora l'umanità si mostra in tutta la sua sostanza. Chi mai può avere più dignità del Cristo sulla croce, che parlava con il Padre e si faceva compagno di un malvivente?
ASPETTA E SPERA
La Stampa annuncia (mercoledì 22) che «gli ingegneri del Dna cambieranno anche l'evoluzione» manipolando i geni, cioè modificando la nostra vita. Nel 1866 Gregor Mendel, monaco agostiniano e naturalista, cominciò a studiare e a manipolare lo sviluppo dei vegetali. A quasi due secoli di distanza si discute ancora se le modifiche artificiali, per esempio, del granturco siano un bene o un male, non vorremmo che i nostri geni cadano delle mani di qualche apprendista stregone.