Amore, non temere se un brutto sogno ti fa piangere durante la notte. Anche se nascoste, le stelle scintillano sempre di luce durante la notte. La gioia tornerà domattina e la vita tornerà a colmarsi di speranza, anche se tristi sogni ci hanno turbato durante la notte.
Questa volta - nel libro dei proverbi che ho usato nei giorni precedenti - non trovo un detto ma una sorta di "ninnananna" scozzese (la si definisce, infatti, in inglese lullaby), ritmata da una finale costante, la formula «durante la notte». L'oscurità, come è noto, è una parabola delle nostre paure, del nulla e del male. Questa sensazione attanaglia spesso la nostra vita e ci fa quasi trattenere il respiro. Il messaggio che questa piccola ballata contiene è evidente: anche nel fondo tenebroso della prova, non bisogna mai dimenticare che alla notte subentra sempre l'alba e che oltre le nubi fosche le stelle continuano a scintillare.
La speranza è, allora, la fiaccola che fa avanzare anche quando il buio ci avvolge e non si intravede la meta. La sua dolce luce ci fa progredire passo dopo passo, con pazienza e costanza. Il poeta francese Clarles Péguy, che a questa virtù aveva dedicato nel 1911 un poema, giustamente osservava: «È sperare la cosa più difficile,/ a voce bassa e vergognosamente./ La cosa facile è disperare/ ed è la grande tentazione». Questo esercizio faticoso d'una virtù semplice e "sospesa" tra la fede e la carità è il grande impegno della vita: proprio perché non è ancora possesso, la speranza conosce il brivido del timore ma ha in sé la certezza della luce, è la prima e ultima parola di Dio, quel «Dio della speranza che ci riempie di gioia e di pace nella fede» (Romani 15, 13).