Rubriche

Dupré e Messiaen, note d'organo per prepararci al mistero del Natale

Andrea Milanesi domenica 18 dicembre 2005
Uno strano, curioso, ma certamente non casuale destino avvicina due grandi musicisti francesi del secolo scorso: Marcel Dupré (1886-1971) e Olivier Messiaen (1908-1992). Compositori di chiara fama e affermati didatti, hanno entrambi speso gran parte della propria esistenza a ricoprire i posti di organista in due delle più prestigiose chiese parigine: in Saint-Sulpice, Dupré si sedette al maestoso strumento settecentesco Cavaillé-Coll dal 1934 (succedendo a Charles-Marie Widor) sino alla fine dei suoi giorni; Messiaen non volle invece mai abbandonare il ruolo di organista titolare presso la chiesa della Sainte-Trinité, assicurando per ben cinquantacinque anni gli Uffici e le celebrazioni domenicali, accompagnando tre messe, i vespri e spesso, durante la settimana, funerali e matrimoni. Ore e ore di un instancabile servizio "sul campo" della musica e della liturgia, sostenute da un cammino e da un'esperienza di fede intima e personale che emerge con commovente evidenza proprio nei lavori che i due illustri maestri transalpini hanno dedicato al Santo Natale. Nel disco Music for Christmas (pubblicato da MDG e distribuito da Jupiter), sesto volume della registrazione integrale delle opere organistiche di Dupré, Ben van Oosten ha ripercorso idealmente il lungo pellegrinaggio poetico e spirituale del Tempo d'Avvento attraverso una variopinta ghirlanda di Corali, Offertori e Antifone. Con una lettura intimistica, quasi a lume di candela, Louis Thiry ha invece affrontato la Nativité du Seigneur (pubblicato da Calliope e distribuito da Ducale), il ciclo di nove riquadri attraverso cui Messiaen ha inteso innanzitutto «onorare la maternità della Vergine», rievocando con carattere quasi visivo il caleidoscopio di immagini e sentimenti che esprimono - nelle parole dello stesso autore - «la predestinazione umana realizzata attraverso l'incarnazione del Verbo», la vita e la sofferenza di Dio, le tre "nascite" (eterna del Verbo, temporale di Cristo, spirituale dei cristiani) e i personaggi che danno alle feste del Natale «un carattere particolare» (angeli, magi, pastori); conferendo un'ammaliante veste sonora «all'emozione e alla sincerità», al senso del grandioso e del meraviglioso che scaturisce dall'irruzione nel mondo del Dio fatto uomo.