Oboe, due clarinetti, un flauto traverso suonavano in uno spazio verde, coperti alle spalle dalle ampie braccia dei larici. Le musiche di Stewart Smith e di Kurt Weill creavano un incanto inusuale su quel prato dove una piccola folla aveva preso posto per ricordare attraverso la musica e le parole raccolte da antiche lettere, l'amico Alcide che tanti anni fa aveva lasciato la sua vita fra questi boschi e queste luci verdi che danno riposo. Cinquantacinque anni sono passati. Abbiamo visto grandi folle avvicendarsi nelle chiese e nelle cattedrali delle città. Allora i primi banchi erano occupati dagli uomini della politica nazionale, poi, dopo qualche anno, nel grande duomo del paese, ecco, chiusi negli abiti blu, gli uomini che rappresentavano la Regione trentina. Ed era l'antico organo a penetrare nella folla con un suono largo e profondo. Ma finalmente oggi nella piccola chiesa dell'Assunta, con i vasi di fiori ricavati dagli obici dei cannoni della guerra del 1918, davanti agli alpini che lo avevano acclamato a Bassano sul famoso ponte, la gente con il sindaco del paese si può ancora commuovere perché non c'è finzione, né inutile ricerca di vanità. Si prega per l'amico scomparso quasi ci avesse lasciato appena qualche ora fa. Se di De Gasperi si dimentica l'onestà politica, la dirittura morale e la sua buona fede, allora è inutile scrivere di ricordi sul grande tema dell'Autonomia; se non si mette in luce quanto ha comportato di fatica, di ricerca del giusto, di volontà di trovare un accordo in quel momento di rivendicazioni e di vendette dove fosse possibile offrire, anche a una minoranza, gli stessi diritti che spettavano alla popolazione trentina. La Regione Trentino Alto Adige e il riconoscimento della propria Autonomia, attraverso l'accordo De Gasperi-Gruber, sembrò una piccola vittoria in mezzo alle innumerevoli umiliazioni che il nostro governo e il nostro popolo fu costretto ad accettare come conseguenza di una guerra perduta. Sembrò l'unica via percorribile per legare all'Italia quel territorio che nel periodo della guerra sembrava andasse perduto e, nello stesso tempo, una nuova apertura per assicurare alla minoranza tedesca un situazione dignitosa aperta a miglioramenti possibili. Ma, per quanto storici e studiosi abbiano dato rilievo alla complessa storia dei secoli passati, in ordine alle difficoltà di equilibrio politico e funzionale tra le due popolazioni, quella trentina e quella tirolese, tutti infine hanno trovato nell'Accordo l'unica strada possibile affinché questa regione potesse arrivare a ottenere l'alto livello di vita e di cultura di cui gode oggi. E ora, di fronte alle difficoltà reali che tengono basso il livello di certe regioni del Sud d'Italia, sembra davvero assurdo e infantile dover continuare a leggere accuse insostenibili contro chi ha difeso con la propria vita il diritto alla giustizia e all'eguaglianza di ognuno.