All’inizio di quest’anno il quotidiano “La Croix” ha dedicato un servizio, a firma di Jane Sebbar, a quelli che chiama gli «influencer evangelici» francesi (
bit.ly/4cjnzxl). Vi si legge che sono giovani, che i più conosciuti appartengono al movimento carismatico, che tra loro compaiono «una musulmana diventata cristiana» e «una che scrive di “stili di vita”» e che sono consapevoli della difficoltà, sui social, di «restare fedeli al Vangelo, nonostante la logica del pubblico che spesso porta al sensazionalismo». La realtà descritta dall’inchiesta di “La Croix”, qui appena accennata, può ben fare da sfondo alla vicenda di un ragazzo italiano, Niccolò Reale, che si è affacciato su Instagram, con un profilo che ha chiamato “Summa Cognitio” (
bit.ly/3wKdU2q), nell’ottobre 2022, quando ancora si riconosceva in una denominazione evangelica. Sempre su Instagram, dove oggi ha 14mila follower, ha raccontato a fine settembre 2023 il suo passaggio al cattolicesimo. Apprendo di questa vicenda da un articolo che Giacomo Cocchi firma su “Toscana Oggi” di questa settimana (
bit.ly/3SZ0kQ8). ì
La complessa storia di Niccolò Reale
Venticinque anni compiuti, di Prato, battezzato nella Chiesa cattolica, Reale viene poi educato nella fede all’interno della denominazione pentecostale cui appartiene la madre. Negli anni dell’adolescenza tuttavia prende le distanze dal cristianesimo e si ritrova convintamente ateo, fino a quando, all’inizio del 2019, non avverte «il bisogno di Dio» e riprende a frequentare la comunità evangelica in cui è cresciuto, serbando comunque una visione, dice, «anticattolica». Poi, mentre avvia un progetto di condivisione della fede sui social di impianto apologetico (ottobre 2022), prende ad approfondire la conoscenza della Chiesa dei primi secoli e della patrologia e di lì matura rapidamente la convinzione che sia il cattolicesimo quello che oggi è più in continuità con quel passato e soprattutto più rispondente alla sua spiritualità. Il video che descrive questo percorso (
bit.ly/3wLsG9b), forte di 379mila visualizzazioni, usa espressioni in cui certamente non si riconosceranno molti protestanti, in particolare quelli che appartengono alle Chiese storiche e condividono il loro cammino ecumenico. Ma se si va ad approfondire questa storia di fede e ambiente digitale si trova in essa molto di più che un semplice «cambio di maglia» confessionale. Per farlo ho guardato un altro, lungo video, «Da protestante a cattolico», registrazione di una diretta Instagram del 20 gennaio 2024 (
bit.ly/48Jl9F5) in cui Niccolò Reale è intervistato, o meglio dialoga, con Michael Mattarucco: un quasi coetaneo di Bassano del Grappa, meno popolare in Rete del suo interlocutore ma animato dalla stessa, fresca ansia di testimonianza per le vie digitali, che nel suo caso nasce già nell’alveo della Chiesa cattolica.
L’amicizia nella fede
Qui, con del tempo davanti e la sensazione di trovarsi tra amici (spesso si interrompe per salutare qualche utente aggiuntosi alla diretta e che egli riconosce), Reale racconta la sua storia di fede in termini meno identitari. «La mia vera conversione – dice – è quella dall’ateismo al cristianesimo». Spiega l’importanza in essa di Cristian, amico protestante che successivamente lo ha seguito nell’avvicinamento al cattolicesimo, e di don Sergio, prete toscano conosciuto per caso in treno. Collega le sue difficoltà all’interno delle Chiese evangeliche con la loro frammentazione («solo a Prato ce ne sono 18», dice), a confronto dell’«unità» della Chiesa cattolica. Ma quel che mi preme sottolineare di questo dialogo, in cui anche Mazzarucco si racconta senza troppi veli mentre è visibilmente toccato dalla narrazione che sta raccogliendo, è l’emergere di un approccio alla fede che calza a pennello ai mezzi digitali attraverso i quali si esprime e vuole esprimersi. Questi due ragazzi mostrano un credo semplice, sincero sino alla trasparenza, fiorito su un terreno pressoché incolto ovvero inariditosi al vento della secolarizzazione. Lo esprimono sui social perché in essi riconoscono i “tetti” contemporanei dai quali predicare. Mazzarucco, verso la fine del dialogo, racconta che, volendo leggere per intero i Vangeli, è andato sul sito della Santa Sede; si considera «convertito» da un incontro (di persona, non a distanza) con don Alberto Ravagnani e prosegue chiamando i social «una grazia» perché fanno «vedere le cose in grande», e qualcosa che ci è stato donato «come mezzo per fare del bene». E infine prega: «Signore, ti ringrazio per questa diretta».
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