«La conquista della terra, che sostanzialmente consiste nello strapparla a quelli che hanno la pelle diversa dalla nostra o il naso leggermente più schiacciato, non è una cosa tanto bella da vedere, quando la si guarda troppo». Nel suo capolavoro Cuore di tenebra Joseph Conrad racconta una storia di una spedizione di bianchi europei che in Africa, per uno scopo preciso e in una situazione misteriosa, risale il fiume Congo, navigando contro corrente, violando quindi il corso del fiume, e della natura, e l'ordine del mondo. Il libro racconta una storia del profondo, indaga nelle tenebre dell'animo umano. Ma questa esplorazione non può prescindere da aspetti della realtà esterna, come quella delle conquiste in altre terre e del colonialismo. Che non ha nulla del brivido avventuroso di Cristoforo Colombo o di John Kennedy quando auspica l'approdo alla Luna. Ma che nasce per la volontà di appropriarsi di terre altrui, riducendo in schiavitù o eliminando gli abitanti di quelle terre. La vicenda di Colombo rappresenta una complessa e ineludibile realtà dell'animo e dell'agire umano. Prima la scoperta nata dal sogno di un navigatore eccezionale, infervorato e mistico, poi la conquista di quello stesso continente, l'espropriazione, il genocidio. Due facce dell'uomo.