DUBITARE
Settecento cosmopolita. Egli descrive in modo lapidario i due estremi dell'ingenuità credulona e del dubbio sistematico. Alla prima categoria, purtroppo, si iscrive una massa di sprovveduti che s'affidano a maghi, cartomanti, guaritori, astrologi e ad altre baggianate senza un sussulto di sospetto. Alla seconda, invece, appartengono gli scettici snob, convinti di sapere sempre tutto e a sufficienza. È a questo punto che vien bene la seconda citazione che è tratta dagli aforismi che uno scienziato tedesco Georg Christoph Lichtenberg (1742-1799) pubblicava sugli almanacchi tascabili della città in cui insegnava, Göttingen. Egli sapeva che il dubitare nella scienza è importante perché stimola la verifica e l'approfondimento. Il futuro Pio II, quand'era ancora Enea Silvio Piccolomini, scriveva: «Chi più sa, più dubita». Ma Lichtenberg ci mette in guardia soprattutto dal dubbio sterile, che s'ammanta di sapienza, mentre in realtà è solo orgoglio e mania.