Ben noto costume italico è innalzare idoli con entusiasmo, prostrandosi ai loro piedi, per poi abbatterli e danzare orgiasticamente sulle ceneri. Dovrà stare ben attenta Chiara Ferragni a non fare questa triste fine. Della sua disavventura legata a beneficenza e panettoni, con relative scuse («un errore di comunicazione»), i lettori di “Avvenire” sanno quanto basta (Paolo M. Alfieri il 15 e 18/12 nell’edizione online). La nemesi di Chiara Ferragni ha il nome di Selvaggia Lucarelli che sul “Fatto” (19/12), dopo aver svelato il trucchetto dei panettoni, riporta a galla un caso analogo legato alle uova di Pasqua, una pagina intera molto dettagliata, evidentemente tenuta in frigo e sbrinata al momento opportuno; e ieri ripresa da tutti.
In estrema sintesi: anche con le uova, per due anni, centinaia di migliaia di euro a lei e poche decine alla causa benefica. Selvaggia Lucarelli ha un cruccio: Ferragni «evita qualunque domanda e confronto», insomma vorrebbe triturarla in diretta tv ma non ci riesce. Vicenda irrisoria? E allora perché alcuni quotidiani le dedicano anche due pagine intere (“Stampa” 19/12), Massimo Gramellini addirittura – mai accaduto – due puntate di fila della sua rubrica sulla prima pagina del “Corriere”, altre due pagine il 20/12? Addirittura, “Libero” vi dedica due aperture di prima pagina: il 19/12, «Il cinepandoro. Recita di Natale della Ferragni» con quella che un tempo avremmo definito “articolessa” del direttore Mario Sechi, che tutto spiega: «Il caso Ferragni è l’esplosione della supernova della sinistra d’altro bordo», e con il colpo di grazia di Hoara Borselli: «Chiara piange lacrime di coccodrillo (...). Quale sarebbe l’equivoco?».
Altre due pagine il 20/12 con commento di Daniele Capezzone che si auto-cita: «Siamo tutti figli della likecrazia». Assai preoccupante (per Ferragni) il titolo dello strillo in prima sulla “Stampa” (20/12): «Ferragni da idolo a Wanna Marchi 2.0». E pure l’attacco di Gramellini sul “Corriere” (20/12) con citazione di Giorgio Bocca anni Sessanta: «Fare soldi per fare soldi per fare soldi: se esistono altre prospettive, chiedo scusa, non ne ho viste», seguito da chiusura-epitaffio: «Da quando abbiamo smesso di credere nei nostri sogni per affidarli ai piazzisti patinati?». Riuscirà Chiara Ferragni a sfuggire al rogo?
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