Donne. Spesso la salvezza, a volte la dannazione, sempre mai del tutto conoscibili perché inquiline del mistero. Sulla “Stampa” (18/5) Simona Siri prende le mosse da un articolo di Adam Gopnik sul “New York Times”, dal titolo: «Cosa perdiamo quando spingiamo i nostri figli ad avere successo», ricordando un libro che potrebbe essere alla sua origine, Il ruggito della mamma tigre di Amy Chua. «Gopnik – scrive Siri – illustra una differenza fondamentale tra l’avere successo e la realizzazione personale, il primo come meccanismo guidato dal volere altrui, il secondo come frutto delle nostre passioni». È possibile, probabile, anzi una mezza certezza (togliamo il “mezza”) che questa sia l’origine di tante infelicità. Infelice, par di capire, doveva essere la donna, moglie e madre Romina Power. L’inquadrato della “Verità” (19/5) potrebbe sembrare poca cosa, invece è molto importante. Foto dei due e titolo: «La rivelazione. Al Bano: “Con Romina ci siamo lasciati per colpa della marijuana”». Spiega il cantante: «Lo faceva da anni. Fumava ed era allegra, finito l’effetto si intristiva e piangeva». Una volta deciso che la colpa è della droga, o dell’alcol, o della slot possiamo metterci in pace e non pensarci più… Da sciocchi. La vera domanda che Al Bano dovrebbe porsi (e forse si pone, ma travolto dall’angoscia chiude gli occhi) è: perché Romina era così triste e piangeva? Perché fuggiva nel limbo effimero della marijuana? Quello di Romina potrebbe non essere un mistero insondabile, per chi la amasse. Ben più sconcertante è questo passaggio dell’intervista di Candida Morvillo a un’altra donna celebre, Anna Maria Bernardini de Pace (d’ora in poi Ambdp), sul “Corriere” (18/5). Domanda: «È single?». Risposta: «Non ho nessuno in casa da 15 anni, però ho una serie di amanti, fidanzati e prospettive e decido io il quando e il come. In ogni caso, li scelgo solo più giovani. Un vecchio come me (Ambdc ha 75 anni, ndr) sarebbe insopportabile». Tutto chiarissimo. Fossimo stati in Morvillo però, avremmo chiesto lumi su quelle «prospettive». I fidanzati e gli amanti sappiamo che cosa sono, e a loro va il nostro pensiero perché, convinti di essere loro a «decidere di scegliere», l’intervista potrebbe turbarli. Ma le «prospettive» che saranno mai? Ah, l’insondabilità del genere femminile.
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