Donare il sangue in tempi di Covid
Da un primo monitoraggio del Centro Nazionale Sangue è già emerso per il 2020 un calo dei donatori del 3,4% (pur con una particolare affluenza oltre i 45 anni di età). Incide anche qui l'invecchiamento della popolazione che fa salire l'età media dei do-natori. Tuttavia, con l'apporto di 2,9 milioni di donazioni, è stata comunque assicu-rata
l'autosufficienza del sistema trasfusionale italiano. La Giornata Mondiale del Donatore - quest'anno lunedì 14 giugno - offre spunti e occasioni per una rinnovata attenzione alle donazioni, anche in vista del sempre problematico periodo estivo.
Una spinta arriva dalle tutele garantite per il lavoro e la previdenza. I lavoratori di-pendenti di ogni categoria che donano gratuitamente il proprio sangue, nella misura minima di 250 grammi, hanno diritto di astenersi dal lavoro per l'intera giornata in cui effettuano la donazione, conservando la normale retribuzione per tutta l'assenza dal lavoro. Per i lavoratori a stipendio fisso, l'indennità giornaliera si determina divi-dendo per 26 la retribuzione mensile.
La giornata di riposo viene computata in 24 ore a partire dal momento in cui il lavo-ratore si è assentato per l'operazione di prelievo del sangue (derivati ecc.) oppure, mancando questo riferimento, dall'ora in cui risulta effettuato il prelievo in base alle risultanze del certificato medico. Il prelievo, logicamente coordinato con le vaccina-zioni Covid, deve essere effettuato presso un centro di raccolta fisso o mobile, oppu-re un centro trasfusionale o un centro di produzione di emoderivati regolarmente autorizzati. Alla garanzia della retribuzione si aggiunge quella dei contributi Inps per la pensione, accreditati figurativamente e quindi gratuiti.
Riposo e contributi non sono previsti per i lavoratori autonomi (artigiani, commer-cianti, imprenditori agricoli) e per i collaboratori e i liberi professionisti iscritti alla Gestione separata Inps. Tuttavia alcuni enti locali prevedono un rimborso spese.