I capitani cambiano con molta maggiore frequenza rispetto ai parroci. Fatto sta che in avvio dell’edizione numero 14 di Don Matteo (il giovedì in prima serata su Rai 1) si assiste per la quarta volta al cambio della guardia al comando della stazione dei Carabinieri di Spoleto, a fronte di un’unica successione ecclesiale: don Massimo (Raul Bova) al posto di don Matteo (Terence Hill). La capitana Anna Olivieri (Maria Chiara Giannetta) convola, non senza imprevisti, a nozze con il pubblico ministero Marco Nardi (Maurizio Lastrico) e lascia la città insieme al novello sposo. Al loro posto arrivano il nuovo capitano Diego Martini (Eugenio Mastrandrea) e la nuova pm Vittoria Guidi (Gaia Messerklinger). Anche tra loro, guarda caso, c’è stata una storia non ancora definitivamente risolta. Chi non si muove dall’immaginaria caserma a fianco dello stupendo duomo spoletino, è il maresciallo Cecchini, alias Nino Frassica, nonostante che anche lui si risposi con Elisa (Pamela Villoresi), la madre della capitana. In questo senso le trame familiari e sentimentali sono una base della serie. Non a caso in questa stagione compare da subito anche la sorellastra di don Massimo, anzi: sarà proprio la storia del loro rapporto a mettere ulteriormente in luce le differenze tra i due preti-investigatori. Don Matteo (talare sdrucita e bicicletta) dispensava saggezza e chiudeva ogni puntata con le parole rassicuranti del Vangelo. Don Massimo (maglietta, croce di legno al collo e moto) è più tormentato, ma garantisce comunque un lieto fino altrettanto evangelico, magari in qualche modo legato a una parabola come nel caso di questa prima puntata della nuova stagione. Per cui anche in don Massimo, come in don Matteo, i telespettatori (affezionati e numerosi) riconoscono il bene, anche se più sofferto. Ma accanto al prete-detective, a decretare il successo della serie ci sono tutti gli altri personaggi, alcuni dei quali presenti dalla prima puntata della fortunata serie della Lux Vide nell’ormai lontano Duemila. In ogni caso, trattandosi di un perfetto ibrido tra dramma e commedia, resta fondamentale il ruolo degli autori, in questo caso Mario Ruggeri e Umberto Gnoli, che devono far convivere la linea delle indagini con quella rosa e quella comica. Situazioni e ambientazioni sono già definite, i personaggi sono già caratterizzati, o si stanno caratterizzando nel caso dei nuovi, ma sono soprattutto gli intrecci a decretare il successo di Don Matteo. Insomma, anche in quest’avvio di nuova stagione (diretta da Riccardo Donna, Enrico Ianniello e Francesco Vicario) si sono già colti gli elementi positivi di una serie capace di affrontare temi come il valore dell’amicizia, la fede e il perdono con il solito efficace mix tra riflessioni profonde, buoni sentimenti, sdrammatizzazioni e situazioni divertenti sullo sfondo degli angoli più suggestivi di Spoleto.
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