Don Catanese: «Una comunità dinamica, vera scuola di vita»
Ci può dire qualcosa sulla sua esperienza precedente? La prima esperienza come parroco è stata quella di Cardeto, dove, giovanissimo, mi sono confrontato con l’ambiente “genuino” tipico dei nostri paesi. Ho imparato ad ascoltare e a capire, ricevendo grande affetto soprattutto dai giovani. A Ravagnese, dove sono stato diciassette anni, ho sperimentato un nuovo modo di organizzare la parrocchia, attraverso la collaborazione con le coppie e le famiglie. Quali sono i problemi più importanti connessi al territorio dove opera la parrocchia? La disoccupazione, che sembra essere un virus, che colpisce sia i giovani che sono costretti a emigrare che le famiglie. La nostra realtà si impoverisce dal punta di vista del capitale umano e le difficoltà economiche diventano difficili da gestire. Molti sopravvivono grazie al vecchio ammortizzatore sociale che è la pensione dei nonni. Un secondo problema è rappresentato dalle difficoltà di costruire rapporti comunitari con il rischio di tenere ai margini persone e situazioni che avrebbero bisogno di più attenzione. Progetti per il futuro? Il sogno è quello di rafforzare il senso di comunione e comunità, affinché la parrocchia possa essere una famiglia di famiglie, diventando un luogo di luce e di riferimento dove tutti possano avere la possibilità di confrontarsi e vivere. Infine, su richiesta dei fedeli, vorremmo restaurare l’antico orologio e tutta la torre campanaria che non funziona da diversi anni.