In televisione ormai si cerca di fare spettacolo con tutto, anche con il Domino, ma non con le tessere bianche numerate a pallini neri per il ben noto gioco da tavolo, bensì con le tessere variopinte da far crollare una dietro l’altra provocando appunto l’effetto domino, la reazione a catena, che a dire il vero un suo fascino ce l’ha. Si dice che il Domino esista da migliaia di anni, ma per renderlo spettacolare nella versione «distruttiva» ci voleva forse proprio la televisione. Ecco allora il debutto, venerdì sera su Blaze (canale 127 di Sky), del programma statunitense Domino masters, che mette di fronte squadre composte da tre concorrenti (i cosiddetti «dominatori») che hanno il compito di creare costruzioni a tema con più tessere possibili per poi farle cadere con effetti speciali. In ogni episodio si sfidano quattro squadre di cui due, in base al giudizio della giuria, accedono alla fase successiva. Premio finale 100mila dollari. Nella prima puntata le squadre si sono confrontate sul tema dello sport realizzando installazioni con vari marchingegni in modo da avviare via via l’abbattimento delle tessere. Il tutto all’interno di un grande studio televisivo, avendo a disposizione un magazzino di un milione di pezzi e sedici ore di tempo per realizzare il progetto. Inutile dire che da un punto di vista televisivo funziona soprattutto il momento finale. Per il resto l’attore statunitense Eric Stonestreet, a cui compete il grido «Giù le tessere!», fa il possibile nel ruolo di presentatore per tenere alta l’attenzione nella fase costruttiva, ma non è facile. Non aiuta nemmeno la parte reality in cui i protagonisti, pur dimostrando ingegno e fantasia, spiegano il progetto. Mentre il doppiaggio, come spesso succede in questi casi, peggiora le cose. Non è facile che da noi uno show del genere possa ripetere il successo che sembra avere avuto Oltreoceano.
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