«Qui, nella comunità di casa Rut le persone accolte hanno un nome, un volto e una storia che, per quanto terribile, non va mai cancellata, ma superata attraverso l'ascolto, la ricostruzione e la liberazione della persona a cui viene restituita la dignità rubata e per troppo tempo negata. La ricostruzione non è semplice ma le suore hanno dimostrato negli anni di essere dolcemente tenaci, indistruttibilmente fiduciose». Tenace “ricostruttrice” della dignità delle donne fatte oggetto di tratta, Rita Giaretta, con le sue sorelle, è un'apripista e un esempio per i ricostruttori che oggi sono coinvolti in ogni campo. Il lungo periodo pandemico ha, infatti, distrutto molte cose buone che c'erano prima ma ha anche rivelato quante fossero quelle cattive. Coperte sotto al velo dell'indifferenza, del "va tutto bene", pochi se ne accorgevano. Passata la tempesta resta soltanto ciò che consiste, la verità. Si mostrano vecchie voragini scavate a offendere la dignità di uomini e donne, oriundi e stranieri, di vecchi, giovani e bambini. Ma anche tante reti di civiltà, di solidarietà, di fratellanza. Ripartiamo da queste.