Due distinti provvedimenti, la riforma del lavoro (jobs act) e la legge di stabilità per il 2015 riportano diverse novità per i lavoratori che hanno perso il posto ed in particolare per quanti potranno perderlo il prossimo anno. La nuova riforma, da poco inviata all’esame della Camera, ha tratteggiato le prestazioni che l’Inps dovrà pagare ai disoccupati a partire dal 2015. A sua volta la legge finanziaria - con riserva delle osservazioni dell’Unione europea - dispone i fondi necessari per i nuovi sussidi, circa un miliardo e mezzo di euro; non molto a fronte della marea di precari e dell’emergenza lavorativa.Con le nuove disposizioni cambia l’intero sistema delle indennità di disoccupazione Aspi, l’assicurazione sociale per l’impiego, introdotta dalla riforma Fornero. L’indennità sarà riconosciuta, oltre agli attuali beneficiari, anche agli iscritti alla Gestione separata Inps, collaboratori a progetto oppure coordinati e continuativi, escludendo gli amministratori e i sindaci. La platea degli interessati potrebbe essere allargata anche ai collaboratori assunti con partita Iva ma che in realtà hanno mansioni da lavoro dipendente.Sia l’importo mensile sia la durata dell’Aspi saranno calibrati all’anzianità contributiva Inps, di modo che i disoccupati con più anni di servizio e più contributi riceveranno un’indennità più alta e per un periodo più lungo rispetto a giovani che pure hanno perso il lavoro. Questo criterio sarà applicato anche per la mini-Aspi (il sussidio al lavoratore che non possiede per intero i requisiti per l’indennità ordinaria) che dal 2015 scomparirà confluendo in un trattamento unico per disoccupazione. Oggi entrambe le indennità, ordinaria e ridotta, sono coperte da una contribuzione figurativa utile per il diritto e per la misura della pensione Inps; ma con la riforma questa massa di contributi, che impegna l’istituto con un esborso di circa 9 miliardi di euro (Bilancio sociale 2013), potrebbe essere soggetta ad un massimale.L’Aspi, come indennità «universale», sostituirà ogni altro strumento di sostegno del reddito, come la mobilità, la cassa integrazione, l’una tantum ai co.co.pro ecc. La riforma del lavoro mette inoltre allo studio un ulteriore sussidio per i periodi successivi alla riscossione dell’indennità, ma non valido per i contributi Inps, in favore dei disoccupati per licenziamento che abbiano un indicatore Isee particolarmente ridotto, a condizione che partecipino ad iniziative di rioccupazione proposte dagli uffici per il lavoro, e preferibilmente a beneficio delle comunità locali. Le nuove regole saranno riesaminate dopo un periodo di applicazione sperimentale di due anni.