Si apre uno spiraglio in favore delle famiglie impegnate nell'assistenza a persone non autosufficienti. Un decreto del 3 dicembre scorso (in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale) riforma l'indicatore Isee, che favorisce misure assistenziali per i nuclei familiari meno abbienti. Fra le varie novità del decreto è stata prevista anche una franchigia variabile, che tenga conto di tutti i costi sostenuti per le colf e le badanti addette all'assistenza ad una o più persone disabili.In queste ipotesi, a fronte degli oneri per retribuzioni, contributi Inps ed ogni altra spesa (vitto, alloggio ecc.) per una colf o una badante, che possono raggiungere facilmente i 15mila euro l'anno, la nuova deduzione all'interno del calcolo dell'Isee viene proporzionata al grado di disabilità dell'assistito, in una scala approssimata a «media, grave, non autosufficiente».La franchigia varia da 4.000 a 7.000 euro ed è maggiorata se l'assistito è minorenne. Si possono dedurre anche le rette per il ricovero in strutture residenziali ed altre spese fino a un limite di 5.000 euro. Tuttavia, una deduzione integrale è prevista solo per le persone non autosufficienti. Vengono così escluse dall'analogo trattamento le altre situazioni di disabilità, peraltro già riconosciute con gravità.L'associazione dei datori di lavoro domestico Assindatcolf auspica che il costo del lavoro delle assistenti familiari sia interamente deducibile dal reddito del datore di lavoro ai fini Irpef. Reddito che nella maggior parte dei casi deriva da lavoro dipendente o da pensione e quindi già gravato da tasse e addizionali. Quanto ai contributi Inps, il datore può dedurre oggi dal reddito un massimo di 1.549,37 euro, sempre escludendo la quota a carico della lavoratrice. Questo limite è fermo dall'anno 2000, e non tiene conto né di successivi aumenti al costo della vita nè degli aumenti degli stessi contributi colf.Assunzione stranieri. È in corso, e durerà fino al prossimo 20 agosto, la possibilità di assumere colf e badanti extracomunitarie nell'ambito dei flussi di ingresso in Italia per il 2013. Le quote riservate ai lavoratori domestici prevedono 3.000 stranieri che abbiano completato programmi di formazione nel Paese di origine e 100 oriundi provenienti dal Sud America. Inoltre sono ammessi al lavoro domestico, previa conversione del permesso di soggiorno, 11mila lavoratori con attuale permesso rilasciato per lavoro stagionale o per motivi di studio o di formazione e per i soggiornanti di lungo periodo già presenti in uno Stato membro dell'Unione europea. Le domande si presentano sul sito www.nullaostalavoro.interno.it.