Ogni tanto, e per fortuna, la televisione svolge appieno il suo ruolo di servizio pubblico. E non solo tramite la Rai, a cui compete, ma anche con le emittenti private. Registriamo pertanto con piacere che in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità non sono mancate buone iniziative su molte reti. Riprendiamo come esempio il documentario Dipinto di blu andato in onda domenica su Tv2000, già analizzato e raccontato molto bene proprio domenica su queste pagine da Tiziana Lupi riferendosi all’anteprima romana. Ci torniamo solo per qualche ulteriore considerazione che potremmo definire più tecnica che altro. Ricordiamo innanzitutto che Dipinto di blu nasce da una buona idea del direttore di Tv2000, Vincenzo Morgante, porta la firma a livello di regia di Gianni Vukaj, che lo ha anche scritto con Beatrice Bernacchi, e racconta una crociare nel Mediterraneo di un gruppo di ragazzi disabili con familiari e assistenti. Il pregio del documentario, come è stato detto, è quello di raccontare senza filtri e senza buonismo la disabilità nel suo complesso, compreso il difficile ruolo dei genitori che di fronte alla telecamera non nascondono il grande amore per i figli, ma nemmeno il loro disagio. Tutto questo Vukaj lo racconta con un uso sapiente della telecamera, con bellissimi primi piani dei volti (sia dei genitori che dei ragazzi), ma anche con inquadrature più «azzardate» e ricercate per cogliere particolari che possano parlare da soli. Ma non solo: il regista trova il modo di coinvolgere i giovani disabili anche dall’altra parte della telecamera affidando loro alcune riprese per farli diventare ancor più protagonisti. Nell’insieme Dipinto di blu è a tratti commovente e il suo messaggio arriva dritto al telespettatore: il valore e la bellezza della vita umana e della condivisione anche nell’imperfezione fisica o mentale.
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