Dimissioni, attenti al modulo
A tutto questo si aggiungono gli effetti, ancora poco approfonditi, del nuovo sistema delle dimissioni sull'eventuale pensionamento del lavoratore. Una possibile trappola sia per chi è interessato ad una pensione di vecchiaia, di anzianità o di invalidità sia per l'azienda.
Anzianità. Per la pensione di anzianità la previdenza richiede, infatti, che il lavoratore, oltre al possesso dei requisiti di età e di contribuzione, abbia cessato il servizio prima della decorrenza della pensione. Per queste pensioni la cessazione dal servizio avviene sempre previe dimissioni spontanee del lavoratore. Questi, ora, deve aggiungere ai requisiti per la previdenza anche la comunicazione preventiva delle dimissioni e deve ricordarsi di farle rientrare entro i 15 giorni che precedono la pensione effettiva. In caso di anticipo il requisito dei contributi rischia di non essere completato, in caso di ritardo si ha una conferma automatica del rapporto di lavoro e quindi l'impossibilità del pensionamento nei tempi programmati.
Vecchiaia. Oltre a ripetere quanto detto per le pensioni di anzianità, in caso di pensioni di vecchiaia le preoccupazioni del caso investono soprattutto il datore di lavoro. Le aziende, infatti, mettono costantemente sotto osservazione il numero dei lavoratori che lasciano il servizio per raggiunti limiti di età. E dunque le inosservanze e il mancato rispetto dei termini per formalizzare le dimissioni con il nuovo sistema impongono la prosecuzione del rapporto di lavoro.
Invalidità. Anche chi lascia il lavoro a causa di una infermità può essere soggetto alle nuove regole.