Dignità della vita, metro del progressoPaoloBenanti
La consapevolezza della valenza etica della vita nella sua pluralità di forme e il precipuo valore della vita umana, cioè la sua dignità, ci permettono di approfondire l'orizzonte delle parole del Pontefice. La bioetica – questa piazza in cui si svolge una parte essenziale del confronto civile della nostra pòlis – dev'essere abitata, diventare luogo di ascolto delle istanze che i diversi saperi presentano sull'uomo e all'uomo. Il primo compito etico, ciò che scaturisce dalla consapevolezza della custodia della vita a cui siamo chiamati, è proprio il prendersi cura, l'avere a cuore le questioni della vita. La dignità della vita umana – della persona, per usare un termine proprio della nostra tradizione credente – si configura come elemento cardine e ineludibile per ogni possibile fondazione della scienza bioetica e punto focale di ogni confronto sui diversi problemi che attraversano l'ambito disciplinare bioetico. È evidente, per la natura stessa della scienza bioetica, che questa disciplina sarà efficace nella tutela della vita e del suo valore solo se si configura come momento di dialogo e confronto tra le diverse competenze fornite dalle scienze empiriche, dalla filosofia, dalla teologia, dalle analisi moral-teologiche e da ogni altra forma di sapere umano coinvolto nei fenomeni descritti.
In particolare il ruolo della riflessione moral-teologica sta non tanto nell'individuare direttamente soluzioni tecniche – mediche, sociali o biotecnologiche – ai vari problemi ma nel rendere presente nel dibattito la domanda critica sul senso dell'umano e le modalità che possano garantire uno sviluppo umano autentico. Inoltre la riflessione moral-teologica, per contribuire al dibattito bioetico, non dovrà porre attenzione solo ai temi che hanno animato i trattati di Morale della vita fisica ma saper valutare anche tutte le istanze della Morale sociale, in particolare i princìpi cardine della Dottrina sociale della Chiesa: solo con questa ricchezza potrà offrire una riflessione in grado di tutelare la dignità della persona umana.
Come credenti il compito primo è abitare i luoghi civili di gestione dell'innovazione orientandola verso forme sempre più umane, essendo presenti e fornendo argomenti efficaci nel dibattito pubblico che a questa innovazione soggiace.