Difesa del suolo, l'Italia dimentica
«L'Italia è un campione di velocità nel passare dall'emozione per una sciagura alla sua rimozione nella memoria collettiva e conseguentemente nelle scelte politiche per eliminarne le cause», ha spiegato il direttore generale di ANBI, Massimo Gargano. Parole piuttosto pesanti alle quali ne sono seguite altre: «È necessario – è stato aggiunto –, che a prevalere siano le competenze che ci sono». Meno politica e parole, dunque, e più fatti di fronte ai fiumi di acqua e fango che periodicamente percorrono l'Italia devastando case e strade e affogando i campi e stalle. E che, anche nell'immediato, hanno effetti economici devastanti. Il conto plurimiliardario di Coldiretti somma insieme i danni alla produzione agricola nazionale e alle strutture e infrastrutture rurali e deriva dal periodico finire sott'acqua di migliaia di ettari di terreno, ma anche da frane, viabilità interrotta e aziende isolate e senza luce. Senza contare gli effetti inflattivi immediati che fanno male al consumatore ma anche all'agricoltore. L'effetto maltempo sul carrello della spesa ha già colpito i vegetali freschi i cui prezzi sono cresciuti dell'1,2% a novembre, con un aumento triplo rispetto a quello registrato dall'andamento generale dell'inflazione. Una corsa al rialzo che non ha toccato però le quotazioni in campo rimaste pressoché ferme. Intanto i coltivatori devono fare i conti con la difficoltà delle semine autunnali nei campi allagati, così come con il ripristino delle infrastrutture produttive.
Quindi che fare? Per ANBI la ricetta passa dalla legge contro la cementificazione del suolo ma anche – e soprattutto a nostro parere –, dallo snellimento delle procedure di stima dei danni e di effettiva erogazione dei fondi.