Qualche sospetto lo ha da molto tempo prima che dall'autoradio voci sconosciute descrivano nel dettaglio il suo tragitto da casa al lavoro. A instillargli il dubbio era stata la ragazza incontrata e subito perduta ai tempi del liceo: stai attento, gli aveva detto, è tutta una finzione. Non si è mai dimenticato di lei, né del suo ammonimento. Nella mattina fatidica in cui la radio si mette a straparlare, Truman Burbank cerca indizi ovunque, fino a quando non trova rifugio in un palazzo di uffici. Corre verso l'ascensore, sguscia oltre le porte che già si stanno chiudendo ed è proprio lì, dietro una soglia varcata senza un vero motivo, che gli appare lo spettacolo desolante di un gruppo di comparse in pausa tra un vassoio di ciambelle e un gran bricco del caffè. Diretto da Peter Weir nel 1998 con Jim Carrey nel ruolo del protagonista, The Truman Show può essere considerato come una fosca apoteosi delle comparse. In un modo o nell'altro, tutti lo sono nella posticcia cittadina di Seahaven, dove le telecamere si nascondono in ogni angolo e ogni istante va sempre e comunque in diretta. Tutte comparse tranne Truman, che da quella porta aperta per errore inizia il suo viaggio verso un'altra porticina, ritagliata in un cielo dipinto, attraverso la quale potrà fare ingresso nella realtà.