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Dieci aurei consigli per non scoppiare dopo un Natale troppo «calorico»

Paolo Massobrio mercoledì 20 dicembre 2017
Si avvicina il Natale e questa sarà la settimana degli stressati da regalo, che cercheranno di mettersi a posto. Se qualcuno da lassù potesse seguire tutte le trasmissioni televisive della settimana, credo che vedrebbe qualcosa che non ci rappresenta fino in fondo. Perché c'è un Natale superficiale, che mostra l'abbondanza di cibo come unica ragione, e un Natale che apre la porta ad accogliere quel Dio che si è fatto uomo. Un bambino che nacque nella povertà, nell'essenziale, mentre oggi lo si festeggia nel suo contrario: l'ostentazione dell'abbondanza.
Ma c'è anche una ragione pratica per cui certe rappresentazioni enogastronomiche sono anacronistiche: viene fatto fuori il gusto stesso delle cose, di fronte a pranzi che non riescono ad arrivare mai a una fine. Federico Francesco Ferrero, autore di un libro aureo che ha per titolo L'Apericena non esiste (Cairo editore), ha provato a stilare un decalogo semplice per stare in forma durante le feste, visto che il tormentone post-natalizio sarà come smaltire i chili accumulati... (e poi ci sono i saldi, secondo un programma che allontana sempre di più dal significato di un periodo dove sarebbe dolce la memoria).
Del decalogo di Ferrero voglio evidenziare allora il consiglio di togliere il pane da tavola, perché il companatico sarà già ricco e abbondante. Ma se ci sono invitati come si fa? Teniamolo in cucina: solo su richiesta. Aureo è l'invito ad aggiungere al menu almeno una verdura di stagione cruda; e qui vorremmo dire anche due o tre, non solo perché è più divertente, ma soprattutto perché accanto a noi talvolta siedono persone che hanno intolleranze, oppure gente che ha fatto una scelta vegetariana, se non vegana. È un modo caritatevole per non mettere a disagio nessuno, ma soprattutto per introdurre un elemento salutistico.
Bisogna poi convincere la nonna a preparare un solo primo, questo sì, perché l'abbondanza dei piatti porta a un accumulo di consumo che allontana il gusto. Al punto 7 si trova una rinuncia aurea: i superalcolici, almeno fin dopo l'Epifania, mentre i formaggi andrebbero banditi dal menu (punto 8) per riapparire come piatto unico in un altro momento. E infine i dolci. Togliere il plurale e limitarsi a uno: il panettone, certo, oppure il pandoro, il torrone, il dolce della tradizione. In ogni caso il punto 10 va osservato anche a Natale: fare mezz'ora di camminata veloce.
Se si accettano almeno queste poche prescrizioni si fa una festa misurata, per tutti, e soprattutto non nociva alla salute per colpa del numero sproporzionato di calorie che derivano dalla somma di pane, alcolici, dolci, formaggi e tre piatti in più rispetto alla norma.