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Coronavirus. Chi parla chiaro (e paga davvero)

Alberto Caprotti lunedì 27 aprile 2020

Parole in libertà, in giorni senza libertà: chiusi per virus, non possiamo fare. Ma possiamo continuare a pensare…

Giorno 47

Mi attengo alle regole, anzi mi trattengo: mantengo le distanze. E oggi evito la tentazione di parlare della “Fase 2” e delle decisioni prese. Anche perché questo è un diario, non un vocabolario. E non so tradurre parole e concetti incomprensibili che hanno scontentato quasi tutti e aperto pericolosi scenari. Meglio restare su concetti chiari e frasi pronunciate non in evidente stato confusionale.

Una su tutte: lascia stare, pago io, mi fa piacere.... Lo abbiamo detto spesso, ce lo siamo sentiti dire un po’ meno spesso. O forse è solo un’impressione perché altrimenti l’equazione non torna. Ma è una frase bellissima, che ti riempie mentre ti svuota.

Ho pensato a questo di fronte a quanto ha annunciato l’altro ieri un signore che si chiama Bill Gates: “Sono pronto ad assumermi i costi della produzione di un vaccino contro il Covid-19 e ho già preso contatti con compagnie farmaceutiche per quanto riguarda quello che viene sviluppato all'università di Oxford, dove sono già iniziati i test sugli essere umani”. La sua fondazione si adopererà per finanziare la costruzione degli impianti dove produrre miliardi di dosi dei vaccini, in modo da poterli distribuire gratuitamente nel mondo. L’uomo che già anni fa avvertiva dei rischi di una pandemia globale e che adesso descrive quello che sta accadendo come il suo "peggior incubo", dice che l'obiettivo è produrne in quantità sufficienti per tutti e "fortunatamente – assicura - nessuno di quanti stanno lavorando ai vaccini si aspetta di guadagnarci del denaro". Quella in corso, sintetizza, "è come una guerra mondiale, tranne che qui stiamo tutti dalla stessa parte".

Ora, io non so se il fondatore di Microsoft – l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato a fine 2019 di 110 miliardi di dollari – sia davvero quello che sembra voler essere. E in fondo mi interessa poco, preferisco quello che vuole fare. Perché viviamo in una società assurda, che ha parcheggi a pagamento davanti agli ospedali e gratuiti fuori dai centri commerciali. E per questo serve sempre qualcuno che spezzi l’incoerenza, l’immensamente ricco che fa qualcosa di immensamente generoso. Non credete che sia facile, nemmeno possedendo tutto. E neanche tanto insolito, perché il mondo ne ha parecchie di persone che nella vita hanno avuto più fortuna (ma anche più talento) e questa fortuna hanno deciso di condividerla con gli altri.

Business Insider, in collaborazione con Wealth-X, società che si occupa di ricerca e studio del mercato finanziario, qualche tempo fa ha stilato la classifica dei 20 personaggi che nella loro vita hanno donato di più. Poiché non tutti sono ricchi allo stesso modo, Wealth-X s’è preoccupata di creare un apposito “indice della generosità”, che rappresenta il rapporto tra le donazioni compiute da un soggetto nell’arco della sua vita e il suo patrimonio netto attuale. I risultati sono interessanti: Bill Gates è solo al decimo posto, nel senso che ci sono attualmente nove uomini più generosi di lui. E che al primo posto assoluto c’è Chuck Feeney, un uomo d’affari irlandese che ha un altro privilegio oltre al fatto di aver donato nella propria vita più di quando abbia attualmente sul proprio conto in banca: non lo conosce quasi nessuno. Wikipedia dice che Feeney ha fatto i soldi inventando molti anni fa il concetto dello shopping duty-free, e che per anni ha regalato la sua fortuna in segreto. Nel corso della sua vita, più di 8 miliardi di dollari. Oggi ha 91 anni, vive negli Stati Uniti in un appartamento in affitto, non possiede un'auto, e vola in classe economica.

Ha pagato lui, e immagino lo abbia fatto volentieri. Come adesso si è impegnato a pagare Bill Gates. La storia non è mai gratuita, e i soldi non comprano tutto. Ma di fronte a certe urgenze è bello sapere che esistono uomini che provano a non crederci. E a parlare chiaro.