Maledetto 30... Il 30 ottobre 1977, nel corso di Perugia-Juventus, moriva Renato Curi. Arresto cardiaco, prima vittima su un campo di Serie A. Il 30 maggio 1984, all'Olimpico, la Roma di Nils Liedholm ai rigori perse la finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool. Il capitano giallorosso Agostino Di Bartolomei il 30 maggio di dieci anni dopo si tolse la vita. Fine tragica di un gentiluomo, Ago-gol, lasciato solo con i suoi cattivi pensieri e i ricordi di un passato diventato terra straniera. L'ex ragazzino di Tor Marancia, la prima «bomba da fermo» l'aveva calciata all'oratorio della Chiesoletta, parrocchia di San Filippo Neri. Poi venne la Roma, esordio a 18 anni a San Siro contro l'Inter per volere del “Mago” Helenio Herrera in versione giallorossa. Da lì una corsa, lenta, ma costante (308 partite, 67 reti, lo scudetto 1982-1983) del centrale di centrocampo piazzato davanti alla difesa, «l'antesignano di Pirlo», secondo l'alchimia dello scaramantico “Barone” Liedholm. Leader silenzioso, dotato però di «un'allegria romanesca che sapeva tirar fuori al momento opportuno», ricorda l'amico Bruno Conti. Un'anima divisa in due «DiBa»: estasi per l'amata Roma, e tormento, iniziato una «notte di sogni e di Coppe dei Campioni», canta Venditti. Nel suo borsello Ago conservava due cose soltanto: la foto di padre Pio e quella della Curva Sud.