Di azzurro c'è soltanto la creatura del “ct” Sarri
La Juve, al contrario, ha troppo drammatizzato il flop Italia: Buffon - ancora il migliore - ha quasi scelto il prepensionamento si è visto com'è finita, tre schiaffi sampdoriani e un tono generalmente dimesso duramente criticato da Chiellini, l'unico - fra tanti senatori - che trasferirei dal campo alla panchina. Ma mentre il bianconero sbiadisce, altre bandiere garriscono al vento: sono giallorosse e nerazzurre. Di Francesco ha il vantaggio, rispetto all'ex Spalletti, di non dover trattare con Totti - nonostante numerosi orfani del capitano lo rimpiangano - e di poter guidare un commando di uomini coraggiosi guidati dal più fisico e dinamico pedatore d'Italia, Nainggolan. Spalletti - quello nuovo ormai adorato a San Siro - ha il vantaggio di poter contare su Maurito Icardi, il ragazzo che se avesse scelto la maglia azzurra e non l'albiceleste dell'Argentina, ci sarebbe stato molto utile. L'Inter minaccia di essere la vera rivale del Napoli e lo scontro diretto lo ha dimostrato. Piccola appendice azzurra, anzi azzurrissima: mentre Ancelotti si defila e altri nomi non allontanano l'amaro ricordo di Ventura, si potrebbe far ricorso a una soluzione temporanea già sperimentata nel dopo Corea 1966: allora l'Inter prestò all'Italia Helenio Herrera e il “Mago”, affiancato a Ferruccio Valcareggi, sollevò gli spiriti azzurri senza lasciare la Beneamata. Perchè non chiedere un aiuto extra a Maurizio Sarri per la Nazionale, naturalmente lasciandolo a De Laurentiis?