Non è difficile orientarsi nelle regole per ottenere il superbonus, l'aumento di stipendio in cambio del posticipo della pensione fino a tutto il 2007, che entra in vigore il prossimo 6 ottobre. L'Inps ha dedicato il numero verde 800 90 10 80 (sono disponibili anche i siti www.inps.it e www.welfare.gov.it .) per fornire ogni informazione ed assistenza ai lavoratori del settore privato.
Il superbonus, infatti, non riguarda i lavoratori pubblici. Un'eventuale concessione alla categoria, secondo il Ministro del lavoro, si potrà realizzare solo "fra alcuni anni". Quali "pubblici dipendenti" sono considerati tutti coloro il cui trattamento di pensione è garantito dall'Inpdap (statali, dipendenti di enti locali ed Asl). Sono quindi esclusi dal superbonus anche i dipendenti di numerosi enti ed organismi di altra natura che dall'inizio hanno scelto di iscriversi all'Inpdap (università, consorzi ecc.). Va aggiunta anche la categoria degli "optanti", cioè i lavoratori presso enti che, inizialmente a gestione pubblica (come le Ipab) sono stati in seguito privatizzati. Nel passaggio di gestione, i dipendenti hanno potuto scegliere se conservare l'assicurazione Inpdap oppure rientrare in quella Inps. Solo a questi ultimi è concesso utilizzare il superbonus. Gli altri, gli optanti per l'Inpdap, possono consolarsi con le rispettive regole pensionistiche più favorevoli di quelle dei privati. L'esclusione dal bonus riguarda anche i dipendenti degli enti pubblici non economici (Inps, Inail ecc.).
Più problematico è invece valutare l'effettiva convenienza del superbonus in base alla situazione personale. Questa, ovviamente, racchiude non solo gli aspetti strettamente economici ma anche i riflessi sulla vita lavorativa e familiare.
Tra i beneficiari del bonus rientrano anche i giornalisti (non pubblicisti) assicurati all'Inpgi, ente "bifronte" essendo privatizzato ma anche fondo "sostitutivo" dell'assicurazione generale, ed i dipendenti che versano contributi a casse professionali.
Per i lavoratori interessati possono valere alcuni esempi, calcolati dall'Inps: su una retribuzione mensile netta di 1.000 euro, il superbonus è di 425 euro; con retribuzione di 1.500 euro netti il bonus sale a 700 euro; con retribuzione di 2.000 euro è di 990 euro; con 2.500 euro è di 1.290, tenendo presente che sono sempre dovuti i cosiddetti "contributi minori" (disoccupazione, maternità, assegni familiari ecc.). Gli esempi mensili vanno ritoccati se si considera l'importo annuo che comprende la tredicesima o la quattordicesima mensilità. Nel bilancio dell'operazione, si deve valutare che restare in servizio fino a raggiungere i 40 anni di contributi, si tramuta mediamente in un aumento di pensione del 2% per ogni anno lavorato. Il posticipo fino al 2008 può valere quindi il 5/6% in più sull'importo di pensione già maturato. Secondo il Centro studi della Cgia di Mestre, la convenienza si verifica oltre 38 anni di contributi.