Nel calcio d’oggi, il doppio passo non è mica quello di Biavati. No, è Tutta n’ata storia, canta core grato di Napoli, Pino Daniele. Sotto il Vesuvio, core ingrato, il cinepresidente Aurelio De Laurentiis, è un artista del doppio passo. Alla vigilia dello scorso Natale stupì tutti con un proclama degno di Amnesty International: «Se la situazione e le condizioni sono queste, io non mando la squadra a Riad!», tuonava il parco Aurelio, riferendosi alla questione etica e alla «scarsa sicurezza» dell’Arabia Saudita, Paese che non sa cosa siano i diritti umani. Un mese dopo, mentre la Procura di Roma lo indaga per falso in bilancio, De Laurentis sbarca comodamente a Riad per la fase finale della Supercoppa, chiede e ottiene di alloggiare nel miglior hotel della capitale saudita (quello che ospitava il povero ricco Cristiano Ronaldo), e applaude per gli impianti che sono di suo gradimento. Quindi si mette in posa, vestito da Totò Sceicco. Mentre il suo Napoli, batte la Fiorentina e vola in finale con l’Inter, il cinepresidente, incurante dello stadio deserto (per Real-Barcellona, Supercoppa spagnola a Riad era soldout) stringe mani e recita salmi sponsoriali con tutti i pascià che gli capitano attorno, a cominciare dal presidente dell’Al Nassr, Al Ghamdi. Aspettatevelo, il suo prossimo cinepanettone sarà un bel Natale a Riad. Ma assistendo, impotenti, a questi quotidiani doppi passi di incoerenza, viene da chiedersi: nel calcio, l’esonero del Presidente non è previsto? Del momento no della Roma Mourinho avrà pure avuto le sue colpe, ma gli americani al potere , Dan e Ryan Friedkin sono forse esenti dalle responsabilità? I patron americani del club giallorosso danno l’idea che ragionano di calcio come noi a queste latitudini viviamo il baseball. Strapagare gli ingaggi di Lukaku e Dybala non porta automaticamente a vincere coppe e scudetti. La Conference League è l’ultima, non solo per nascita, delle competizioni europee e chi la vince non si può autoproclamare «campione d’Europa». Lo fece “mister zero tituli” Mourinho e già per questo poteva essere “punito”, se non altro per millantato credito. Ma squadra che vince non si cambia, mentre squadra che perde manda a casa l’allenatore. Quindi, Mourinho a casa! Per la Roma ora è tempo d’amarcord: via lo Specialone arriva “DDR”. Non è la vecchia sigla della Germania dell’Est ma le iniziali dell’ex Capitan Futuro Daniele De Rossi che come allenatore, al debutto, ha già fatto molto male alla guida della Spal: 3 vittorie in 17 partite. Una media da Excelsior di Bolzano, la squadra più perdente al mondo. A Ferrara De Rossi lo aveva voluto Joe Tacopina (legale di Donald Trump) ex vicepresidente della Roma nella prima era americana di Thomas DiBenedetto. Poi ha messo le mani, facendo disastri, al Bologna, al Venezia, al Catania e infine, forse, alla Spal. Tacopina è un altro maestro del doppio passo a stelle e strisce... Quelli che, non potendo più fare gli americani a New York, vengono a farlo qui da noi. Ma quando li esoneriamo?
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