Figli di una Dea superiore. Sono tutti quei figli di Gian Piero Gasperini che ti rispettinano e risorpassano subito il Napoli di “Parrucchino” Conte in vetta alla classifica. Ha faticato l’Atalanta capolista contro l’Empoli, ma alla fine stacca a 40 punti e il primo violino dell’orchestra nerazzurra è ancora lui: il “cigno di Bruges” De Ketelaere (assieme allo stratosferico Lookman). E’ Natale e si può dare di più, e allora dateci il nome del vero responsabile della cessione di De Ketelaere dal Milan sciagurato all’Atalanta beata che ringrazia di cuore. Anche il Napoli ringrazia un altro centrocampista duttile e di lusso come Anguissa, uomo in più nella non facile trasferta di Marassi, sponda genoana, in cui aspettando Balotelli il Grifone si deve arrendere alla superiorità dell’aspirante al trono partenopea. La corsa a inseguimento per il tricolore vede ancora lanciata la Lazio che dopo essersi inceppata al centralino sullo 0-6 con l’Inter, resta sempre la squadra che in 72 ore vinse due volte contro il Napoli (3-1 in Coppa Italia e 0-1 in campionato) e adesso sabato all’Olimpico aspetta l’Atalanta. Contro l’Inter comunque alla Lazio mancava una pedina fondamentale, il bomber argentino Taty Castellanos, uno che fa la differenza perché apre spazi e cieli immensi. Il suo ritorno a Lecce è stato provvidenziale, anzi di rigore, trasformato, così come la rete-vittoria del goleador per caso Marusic. Ma nulla avviene per caso nelle squadre ben guidate e organizzate. Vedi la Fiorentina di Palladino e il suo Super Kean che è un altro De Ketelaere: ma la Juve doveva darlo proprio via?. E lo sanno bene a Bologna: i rossoblù di Italiano adesso viaggiano a mille e suonano le campane di San Luca, come nella splendida e omonima canzone del tandem romantico Cesare Cremonini-Luca Carboni. Anche loro da tifosissimi del Bologna applaudono al primo gol dell’olandese Thijs Dalling, al quale ci sono volute 13 presenze prima di matare il Toro e salutare sui social alla Massimo Troisi: «Scusate il ritardo!».
Meglio tardi che mai, pensano anche i romanisti dinanzi al loro ultimo totem in campo, Paulo Dybala. Il sor Ranieri sa bene che tutte le fortune della Roma passano dai piedi fatati della Joja e il 5-0 al Parma lo certifica. Per fortuna che l’argentino non ha ceduto al canto delle sirene saudite perché a questo punto la Roma si ritroverebbe all’altezza, anzi nelle zone basse dove annaspano Venezia e Monza. La Juventus con tanta, ma veramente tanta fatica, passa proprio sul campo del Monza e costringe Adriano Galliani a licenziare il suo ex pupillo ai tempi del Milan, Alessandro Nesta. La “maledizione” dei campioni del mondo del 2006, dopo Pirlo e Girlardino, colpisce anche Nesta che finora ha dimostrato di essere un discreto allenatore di Serie B. Un po’ come Pippo Inzaghi, che nel campionato cadetto da tempo fa il fenomeno, prima a Benevento e ora a Pisa, ma quando poi sale nella massima serie il curriculum da azzurro mondiale, serve a poco, anzi a niente.
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