Le immagini mozzafiato della Sardegna, la fattoria vicino a Tempio Pausania, il rapimento e un flashback che ci riporta indietro agli anni Cinquanta. Inizia così Fabrizio De André. Principe Libero, la fiction in due puntate (martedì e mercoledì in prima serata su Rai 1) che racconta per la prima volta la vita e la carriera del grande cantautore nato a Genova nel 1940 e morto a Milano nel 1999 per un carcinoma polmonare, rapito dall'anonima sarda nell'agosto del 1979 e tenuto prigioniero per quattro mesi insieme alla compagna Dori Ghezzi, che avrebbe sposato dieci anni dopo in seconde nozze. Fin dall'adolescenza De André dimostra genio e sregolatezza, talento e inquietudine. Capisce che la sua vocazione sta nella musica e nella poesia, ma per trasformarle in professione la strada sarà lunga e tortuosa, intrecciata a una vita segnata da amori veri e occasionali, ma soprattutto dall'abuso di fumo e di alcol. Chi non conosceva questi risvolti della biografia di Fabrizio De André ha fatto fatica ad accettare soprattutto la prima parte della fiction non certo agiografica (ma questo è un merito) prodotta da Rai Fiction e Bibi Film, scritta da Francesca Serafini e Giordano Meacci e diretta da Luca Fiacchini. Ma a garanzia dell'attinenza con la realtà c'era proprio Dori Ghezzi, anche se non c'era l'assenso alla fiction da parte di Cristiano, il figlio di De André avuto con la prima moglie Enrica Rignon. Il finale mette comunque le cose in chiaro esplicitando che siamo di fronte a una rappresentazione e che De André non è riproducibile. Gli attori della fiction che si ritrovano a vedere le immagini dell'ultimo concerto del cantautore genovese mentre canta la canzone che più gli somigliava, Bocca di rosa, sottolineano proprio la distinzione tra finzione e realtà, che in qualche modo potrebbe persino giustificare la cadenza un po' troppo romanesca di Luca Marinelli impegnato comunque con credibilità nel ruolo del protagonista. Ma quel finale ribadisce soprattutto che la realtà vera è quella delle canzoni. Senza la musica e le parole di De André la fiction starebbe in piedi con difficoltà. Non è un caso che i brani utilizzati, tra quelli riproposti direttamente dalla voce di De André (senza dimenticare La canzone di Marinella cantata da Mina) più quelli interpretati da Marinelli, siano addirittura una cinquantina in tre ore.