Si può rappresentare la misericordia? Gli scrittori sono capaci di restituirci con poesia molte vicende della religione - «Dio visita l’uomo poeticamente» ha scritto Pierangelo Sequeri. Una scrittrice, Marilynne Robinson, in un romanzo significativamente intitolato Casa (Einaudi) – probabilmente il riferimento al vangelo di Luca è voluto – descrive una scena casalinga che ha tutto il sapore della misericordia: «Quale modo migliore di annunciare il ritorno della tranquillità e del benessere che cucinando qualche piatto squisito? Era quello che faceva sempre sua madre, dopo ogni disastro di una certa portata riempiva la casa con il profumo di girelle alla cannella o di dolcetti al cioccolato, o di pollo e gnocchetti, a significare: “Questa casa ha un’anima che ci ama tutti quanti, qualunque cosa accada”. Significava pace se avevano litigato e amnistia se si erano cacciati nei guai. Significava: “Potete scendere a cena, adesso, e nessuno vi seccherà con una sola parola, a meno che non abbiate dimenticato di lavarvi le mani!”». Sembra una riedizione della festosità culinaria del Pranzo di Babette, il film che molto piace a papa Francesco. La grazia del preparare il cibo come occasione di riconciliazione festosa. Non era forse un banchetto quello che il padre buono nel Vangelo di Luca dice di preparare una volta accolto il figlio perduto e ritrovato?
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