Dare sostanza alla giustizia per verità non per vendetta
No, nessun accenno alle vittime nell'indignazione di alcuni ex, alcuni dei quali (non tutti!) protagonisti di limpidi percorsi di riconciliazione. Sulla “Stampa” (29/4) Fabio Poletti sottolinea come insistano sul tasto della vendetta. Scalzone: «Giustizia sacrosanta? È solo pura foia di vendetta». Sergio Segio: «Gli arresti sono l'effetto del diritto alla vendetta». Intanto altri reduci, vittime e non carnefici, ribadiscono: «Non si tratta di vendetta, ma di ricerca della giustizia» (Adriano Sabbadin intervistato da Stefano Zurlo, “Giornale”, 29/4). Sul “Fatto” Alessandra Galli, anche lei magistrato come il padre Guido, assassinato, dichiara a Stefano Caselli: «Chi dice vendetta non sa di che parla». E Gustavo Zagrebelsky (“Repubblica, 30/4) sintetizza: «Desiderio di vendetta o di giustizia? Difficile dirlo. Forse è una cosa e l'altra».
E se la parola che ci libera dai due corni fosse un'altra, verità? Tra i tanti, la ricorda Gemma Calabresi nel dialogo con il figlio Mario (“Repubblica”, 29/4): «Non voglio illudermi, ma sarebbe il momento giusto per restituire un po' di verità (...), i tasselli mancanti al puzzle». Senza verità, può esserci piena giustizia?