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Gregorio VII. Dare forma all’Infinito è la profezia da custodire

Matteo Liut sabato 25 maggio 2024
Il Vangelo è radice di futuro, è infinito che si fa storia, è trascendente che prende una forma lungo il cammino dell’umanità. E i cristiani sono chiamati a usare il linguaggio del tempo per comunicare tutto questo. I santi come Gregorio VII ci ricordano che in questa opera di mediazione sono la verità e la libertà del Vangelo i fondamenti da difendere e custodire. E questo spesso ci porta lontano dalle logiche mondane, dai rapporti di forza che reggono le nostre società. «Sono rari i buoni che anche in tempo di pace sono capaci di servire Dio – scriveva in una lettera san Gregorio VII, Papa dal 1073 al 1085 –. Ma sono rarissimi quelli che per suo amore non temono le persecuzioni o sono pronti ad opporsi decisamente ai nemici di Dio». Ildebrando Aldobrandeschi era nato tra il 1020 e il 1025 a Sovana, in Toscana, ed era stato discepolo di Gregorio VI (che fu Papa tra il 1045 e il 1046 e morì in esilio dopo aver rinunciato al ministero petrino). Abate di San Paolo fuori le Mura, una volta salito al Soglio pontificio mise in campo una vasta azione di riforma (che per tutti poi divenne nota con il nome di “riforma gregoriana”) contro la simonia e l’ingerenza imperiale nelle investiture, affermando la superiorità della verità di Dio sopra ogni legge umana. Lo scontro con l’imperatore, però, lo costrinse all’esilio a Salerno, dove morì nel 1085. È santo dal 1606. Altri santi. San Beda il Venerabile, sacerdote e dottore della Chiesa (672-735); santa Maria Maddalena de’ Pazzi, vergine (1566-1607). Letture. Romano. Gc 5,13-20; Sal 140; Mc 10,13-16. Ambrosiano. Es 20,1-21; Sal 91 (92); Rm 10,4-9;Mt 28,16-20. Bizantino. 2Cor 4,6-15; Mt 11,2-15. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata