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Daniele e compagni. Francescani martiri a Ceuta spinti dal coraggio della fede

Matteo Liut giovedì 10 ottobre 2019
Il giorno in cui si ricorda san Daniele Comboni (1831-1881), missionario e apostolo dell'Africa, il Martirologio riporta anche il nome di un altro Daniele, sempre legato alla storia delle missioni verso la terra africana. Si tratta di san Daniele Fasanella, nato a Belvedere Marittimo (Cosenza). La sua storia ci ricorda che la fede è radice di coraggio e solo il Vangelo può dare un senso compiuto all'esistenza. Fattosi frate minore nel 1219, dopo il noviziato a Corigliano Calabro, Daniele fondò due nuovi conventi, divenendo superiore provinciale della Calabria nel 1226. Con altri sei francescani e su mandato del ministro generale, organizzò una missione a Ceuta, in Marocco, oggi enclave spagnola. Dopo la predicazione tra i mercanti europei, i sette religiosi si misero ad annunciare Cristo tra i musulmani e questo costò loro la vita: furono decapitati e i loro corpi straziati. Era il 1227.
Altri santi. San Pinito di Cnosso, vescovo (II sec.); san Cerbone di Populonia, vescovo (VI sec.).
Letture. Gl 1,13-15; 2,1-2; Sal 9; Lc 11,15-26.
Ambrosiano. 1Tm 3,1-13; Sal 65 (66); Lc 21,25-33.