Dulcis in fundo. Dalle rifugiate foulard per le malate di cancro
Un lavoro a più mani, quelle dei migranti e delle operatrici impegnate da mesi a tagliare e cucire scampoli di tessuto, scelti per ogni donna e per i diversi momenti della giornata. Ogni copricapo ha una sua originalità, sia per il colore sia per il tessuto utilizzato: ce ne sono in pizzo e in raso, in seta per le occasioni speciali, in cotone o in lino per le giornata calde, quelli etnici e colorati ma anche altri semplici e sobri. Ognuno diverso dall'altro, cuciti da mani di donne con l'unica finalità di regalare un sorriso alla donna che lo indossa. Un circuito di bene collega così le donne migranti, beneficiarie dell'accoglienza, alle donne che percorrono l'arduo sentiero della sofferenza.