Lo sappiamo: il carisma femminile è una fonte preziosa per costruire la pace e l’esempio di santa Matilde di Germania dimostra che le donne, quando coinvolte nei tavoli dove si amministra la vita pubblica, danno forma a un mondo basato sulle buone relazioni. E sul riflesso di quell’amore di Dio di cui esse sono prime testimoni. Nata attorno all’895, Matilde crebbe presso il monastero di Herford e nel 909 venne data in sposa a Enrico, che divenne duca di Sassonia nel 912 e re di Germania nel 919. Per il marito Matilde fu una e vera propria compagna nel cammino impegnativo della gestione della vita politica del regno, ma la regina seppe rivolgere le proprie attenzioni anche ai poveri, agli ultimi, ai bisognosi. Dall’unione con Enrico discese la dinastia sassone che diede quattro imperatori. Ebbero cinque figli: Ottone, futuro imperatore, Gerburga, Edvige, Enrico e Bruno, poi arcivescovo di Colonia e santo. Nel 936 morì il marito e Matilde si trovò al centro di una contesa tra Ottone ed Enrico per la successione. Lei stessa, poi, venne accusata di sperperare i beni della famiglia per assistere i poveri e i malati. La famiglia si riconciliò solo nel 962 quando Ottone venne incoronato imperatore. Ritiratasi prima a Nordhausen, dove si ammalò, e poi a Quedlinburg, entrambi monasteri da lei fondati, morì nel 968.
Altri santi. Sant’Alessandro di Pidna, martire (III sec.); san Lazzaro di Milano, vescovo (V sec.).
Letture. Romano. Es 32,7-14; Sal 105; Gv 5,31-47. Ambrosiano. Gen 35,9-20.22b-26; Sal 118 (119),113-120; Pr 25, 1; 27, 9-11a; Mt 7, 21-29.
Bizantino. Gen 18,20-33; Pr 16,17-17,17.
t.me/santoavvenire
© riproduzione riservata