Dal buio della prigione alla luce della carità
È spesso nel buio delle nostre stesse prigioni che è possibile ritrovare la luce vera: là dove sperimentiamo l’abbandono del mondo improvvisamente ci sentiamo amati e sollevati sopra le ferite e i limiti della nostra esistenza. Così fu per san Girolamo Emiliani (o Miani), fondatore della Congregazione dei Chierici Regolari di Somasca, conosciuti più semplicemente come Padri Somaschi. Nato a Venezia nel 1486, nel 1509 aveva intrapreso la carriera militare, ma nel 1511 fu imprigionato a Castelnuovo di Quero dai soldati della Lega di Cambrai. Quell’esperienza lo segnò per sempre: tornò a Venezia e fino al 1527 mentenne il suo ruolo pubblico, ma poi, davanti al diffondersi di carestia e peste decise di prendersi cura dei poveri e dei malati, anche vendendo i propri beni. Tra il 1531 e il 1534 diede vita alla sua congregazione, che venne istituita a Somasca, tra Bergamo e Lecco. Morì di peste nel 1537.
Altri santi. Sant’Onorato di Milano, vescovo (VI sec.); santa Giuseppina Bakhita, vergine (1868-1947).
Letture. Romano. Gen 1,1-19; Sal 103; Mc 6,53-56.
Ambrosiano. Sap 8,17-18.21-9,5.7-10; Sal 77 (78); Mc 10,35-45.
Bizantino. 3 Gv 1,1-15; Lc 19,29-41;22,7-39.