Chiesero a Solone se le leggi che aveva dato agli Ateniesi fossero le migliori. «Ho dato loro – rispose – le migliori che potevano sopportare». Un buon suggerimento ai governanti del mondo di oggi che si trovano ad affrontare difficoltà nuove in un tempo in cui pare che niente sia certo. Non riusciamo a rendere sicura neppure la vita dei bambini in una città civile, in un Paese di leggi democratiche, in un luogo dove le forze dell'ordine sono sempre presenti: l'Inghilterra ha dovuto di nuovo gettare fiori sul corpo di innocenti e sulle lacrime delle madri. Papa Francesco ci ricorda che la vera speranza passa attraverso le sconfitte mentre accoglie tra le sue braccia un bambino che è nato alla vita da pochi giorni e lo bacia in mezzo a una folla che sorride. Camminare sulla via della speranza è certamente l'indicazione giusta per il nostro mondo che nasce ogni giorno con un problema nuovo da affrontare, con un timore in più da vincere, con la necessità di una collaborazione più ampia e condivisa tra i nostri Paesi liberi. Il presidente Trump è passato veloce nella nostra capitale e ha avuto solo qualche istante da consumare davanti allo splendore di Michelangelo. La notorietà cancella la libertà e lascia poco spazio agli incontri con l'arte e la genialità dell'animo umano. Nelle mani del Presidente d'America c'è anche parte del nostro destino, le possibili avventure di guerra, la risposta alle minacce di chi ci rammenta che possiede la bomba atomica. Ogni atto di incontro è necessario, ogni iniziativa che abbia come tema la pace è utile e non ci dovremmo mai stancare di cercare sistemi nuovi di tenerci per mano. La pace è un fiore difficile da mantenere in vita: ha bisogno dell'aria della buona volontà per crescere, della luce dell'intelligenza per guadagnare spazio, del calore dell'anima per non perdersi. La pace o la guerra non sono solo nelle mani dei "grandi della terra", ma ognuno di noi può distribuire atti di pace. Francesco dice che a Dio non piace essere amato come si amerebbe un condottiero che trascina alla vittoria il suo popolo annientando i suoi avversari. Ci ricorda invece che il nostro Dio è anche un lume fioco che arde in un giorno di freddo in un luogo che tutti disdegniamo. Tutto questo per sentirlo vicino quando siamo soli, quando pare che il dolore sia più forte della speranza.