Da ospite a cuoco, Sefir e la Casa della carità
«All'inizio facevo fatica, era tutto nuovo – racconta tra pentole e fornelli –. Poi ho fatto amicizia con Peppe, responsabile della tutela legale. Ho capito che qui c'erano persone pronte ad aiutarmi senza giudicarmi». La svolta arriva con una proposta: «Mi hanno chiesto di dare una mano nel bar che la Casa aveva in gestione all'Idroscalo. Ero volontario, poi il responsabile si è incuriosito e mi ha proposto un'assunzione nella cucina della Casa della carità. Dalla cuoca ho imparato i segreti delle ricette italiane». Il contratto con la cooperativa Camst, oltre a garantire il rinnovo del permesso di soggiorno, ha reso possibile affittare un monolocale e di lasciare il suo posto ad altri in difficoltà.
Tra poco sarà il 25 dicembre, anche in questo la Casa della carità prosegue l'intuizione di Martini: «C'è attenzione per tutte le feste religiose. Per me, che sono musulmano, è bellissimo a Natale vedere che qui siamo tutti uniti».