Da Monteverdi a Igor Stravinskij, le più belle pagine in onore di Maria
È questo il centro di gravità del bellissimo disco intitolato Per la Vergine Maria, lungo viaggio musicale in cui l'ensemble vocale e strumentale Concerto Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini parte dalle istanze tardo-rinascimentali e proto-barocche del primo Seicento per approdare al pieno Novecento storico (cd pubblicato dall'etichetta Naïve e distribuito da Jupiter). Si parte già "in quota", dalle altezze siderali delle Litanie della Beata Vergine di Claudio Monteverdi (1567-1643) – pubblicate postume nel 1650 – per poi planare sulle toccanti armonie della brevissima e arcaicizzante Ave Maria di Igor Stravinskij (1892-1971), concepita originariamente per la liturgia ortodossa russa nel 1934 e poi rielaborata su testo latino nel 1949; le tappe intermedie sono rappresentate invece dal Salve Regina di Alessandro Scarlatti (1660-1725) e dalla coppia di Magnificat a due cori scritti intorno alle metà del XVIII secolo da Pietro Paolo Bencini (ca. 1675-1755) e padre Antonio Soler (1729-1783).
Ma la vera scoperta è rappresentata dalla prima registrazione assoluta del Salve Regina di Alessandro Melani (1639-1703); pur nella sua relativa concisione, questo adattamento a nove voci raggiunge vette sublimi di intensità espressiva grazie ai raffinati intrecci tra i vocalizzi dell'interprete solista (qui il soprano Monica Piccinini) e gli interventi del coro, in una suggestiva trama sonora che ci invita a meditare una per una le parole racchiuse nella preghiera alla Vergine; senza filtri cerebrali o forzature estetizzanti, grazie alla pura bellezza del canto e all'autenticità di una fede tanto spontanea quanto profonda verso Colei che continua a rappresentare la vita, la dolcezza e la speranza per l'umanità intera.