Da La Capria e da Kundera giudizi opposti sugli «effettacci» di Malaparte
La questione è interessante per capire anche La Capria, la cui arte letteraria consiste nel rendere prezioso, fantastico, indimenticabile, esemplare ciò che in sé potrebbe sembrare trascurabile e privo di interesse. Il conflitto è dunque fra lo stile enfatico, le esagerazioni, le estremizzazioni forzate (questo è Malaparte) e lo stile naturale che scorre apparentemente senza sforzo sulla superficie di ciò che è quotidiano scoprendovi insospettabili meraviglie (e questo è La Capria).
Oggi che piace e viene incoraggiata, nella narrativa e nel cinema, un' «estetica degli effetti» e una «orrificazione della realtà», la scelta della naturalezza anti-enfasi di La Capria e la sua polemica con le avanguardie novecentesche aiuta a capire che arte non significa falsificazione. Lo stile è senza dubbio un artificio (come dicevano i Formalisti russi all'inizio del Novecento). Ma c'è l'artificio che non si vede e l'artificio esibito. Quando il pubblico non è più in grado di distinguere ciò che è arte e ciò che non lo è, allora artisti e scrittori, incoraggiati da editori e mercanti, si mettono a cercare la provocazione e lo choc. Quando il lettore non capisce, per attirare la sua attenzione bisogna fare fracasso.