Rubriche

Elena. Custodire i luoghi della fede cristiana significa anche prendersi cura degli

Matteo Liut venerdì 18 agosto 2023
Non bastano le grandi opere per fare un santo: costruire una basilica, fondare un monastero, istituire nuovi organismi sono segni importanti ma vuoti, se per prima cosa non ci si prende cura delle ferite dell’umanità, dei bisognosi, dei poveri, degli emarginati. Farsi carico degli ultimi, infatti, è da sempre il seme profetico offerto dal cristianesimo al mondo. E così non bastano di certo le pur meritorie opere di sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, a qualificarne la testimonianza. L’esemplarità di questa donna che di fatto segnò la storia del cristianesimo, infatti, sta prima di tutto nella sua capacità di farsi carico delle necessità di chi viveva ai margini. Uno stile che fu il cuore di tutta la sua eredità, la cui parte più manifesta fu la scoperta e la valorizzazione di molti luoghi legati alla storia terrena di Gesù. Flavia Giulia Elena era nata in Bitinia tra il 248 e il 250 e aveva sposato il tribuno Costanzo Cloro, ma nel 293 l’imperatore Diocleziano volle che il marito la ripudiasse. Il figlio, Costantino, divenne imperatore nel 306 ed Elena usò la sua posizione di prestigio per compiere opere di bene a favore dei bisognosi. Forse fu proprio grazie alla sua testimonianza che Costantino si convertì, dopo aver concesso libertà di culto ai cristiani nel 313. Nel 326 Elena decise di compiere un pellegrinaggio in Terra Santa, dove cominciò anche un prezioso lavoro di salvaguardia dei luoghi santi. La tradizione dice che la Croce di Gesù fu trovata sotto ai suoi occhi. Elena, infine, che morì tra il 329 e il 330, s’impegnò anche per la costruzione delle Basiliche della Natività e dell’Ascensione. Altri santi. Sant’Agapito, martire (274); sant’Alberto Hurtado Cruchaga, religioso (1901-1952). Letture. Romano. Gs 24,1-13; Sal 135; Mt 19,3-12. Ambrosiano. 2Re 24,8-17; Sal 136 (137); Lc 12,22-26. Bizantino. 2Cor 7,10-16; Mc 2,18-22. t.me/santoavvenire