Cristina dopo tre anni «durissimi» scrive di avere esaurito «la forza disperata» che spinge a cercare di sopravvivere «senza perdere la propria identità e dignità». Lei è una signora poco più che 40enne e la sua vita è precipitata 3 anni fa, quando ha perso il lavoro e poi la casa in affitto in cui viveva con un figlio ora maggiorenne. «Ho sempre pensato e cercato di salvare lui», scrive, ricordando i periodi trascorsi negli alloggi di accoglienza del Comune e della Caritas, il mese nel Pronto soccorso di un ospedale, le «ore insonni su qualche autobus notturno». «Qualche angelo mi ha sempre salvato, dandomi la forza di rimanere lucida; mai ho fatto pesare questa prova a mio figlio, lui doveva continuare a fare una vita quasi normale anche se distante da me». Da due anni Cristina vive nella casa di una signora, che per la notte le concede una stanza, a patto che di giorno stia fuori.
«Vi scrivo perché ho finito le mie risorse fisiche». «Pensieri su pensieri, ore e ore per strada, ma non riesco a trovare una via meno faticosa. Vi chiedo un piccolo aiuto, per far vedere a mio figlio che la speranza di cambiare la situazione ci sarà sempre se si incontrano persone che ancora aiutano il prossimo».
Si può aiutare Cristina a riprendere fiducia anche con un piccolo contributo sul ccp 15596208 intestato ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce", P.zza Carbonari 3, Milano. Gli assegni devono essere intestati ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce". Si può anche effettuare un bonifico a favore di Avvenire, "La voce di chi non ha voce", conto n. 12201 Banca Popolare di Milano, ag. 26, cod. IBAN IT 65 P0558401626000000012201.