Dicevamo ieri dell'indagine Swg pubblicata da Vita.it secondo la quale l'88 per cento degli italiani è scettico sulla crescita e va in cerca di «reti di fiducia e comunità». Lo conferma il sociologo Luca Ricolfi nel suo stimolante saggio "La società signorile di massa" (La Nave di Teseo, 2019): «L'ipotesi della fine della crescita è ormai ampiamente diffusa tra la gente, non importa qui se per rassegnazione o per saggezza». Potrebbe quindi capitare che la crescita finisca per essere considerata «nient'altro che una parentesi di un paio di secoli nella storia delle società umane». Non sarebbero più i consumi a riempire e strutturare il tempo della nostra vita, ma le relazioni, che sono il peggior nemico del consumismo compulsivo. Dovendo navigare a vista, in un costante stato di incertezza, si è prodotto una sorta di adattamento evolutivo: per capirci, la "paura per i figli" ha dato origine a una riconsiderazione dell'importanza dei legami, a cominciare da quelli familiari. Una specie di "familismo buono", il consolidamento di una rete di protezione intorno ai più piccoli e ai più fragili. Il passo successivo sarebbe allargare questa rete anche ai figli, ai fratelli, alle sorelle degli altri, agli amici e perfino ai nemici. Un desiderio di comunità che potrebbe configurare l'orizzonte di una buona politica. (continua)