Costruire, giocando, una liturgia o un momento della vita di Gesù
Non è l'unico incrocio tra il gioco di costruzioni più popolare al mondo e il mondo della fede cristiana. Se interrogo con la stringa “lego” Aleteia, l'agenzia che in questi giorni ha rilanciato, nell'edizione inglese, la notizia della liturgia-giocattolo, subito trovo un proliferare di immagini-video che utilizzano i Lego per riprodurre i momenti salienti della Passione o scene dell'Antico Testamento, e persino dell'Inferno dantesco. Se invece lancio i binomi “Lego+Chiesa” e “Lego+Gesù” su Google arrivano, oltre alla Basilica di San Pietro in miniatura esposta a Filadelfia per la visita del Papa e ad altri modelli di edifici liturgici e statue di Gesù, anche diversi presepi, da acquistare o da fare adattando i famosi mattoncini.
Se infine vado alla fonte originaria, il sito “Domestic Church Supply Company” di St. Paul, Minnesota ( tinyurl.com/hhkj6dj ), vedo che l'idea di inserire una parrocchia nella Legoland è partita nel 2014 ed è operativa (cioè si vende) ormai da un paio d'anni, anche tramite la pagina Facebook. Mi colpisce una precisazione offerta con pragmatismo tutto anglosassone: nella confezione «congregation non included», non è compresa la comunità. Non sarà compresa, ma voglio sperare che, anche per queste vie sicuramente non tradizionali, si possa contribuire a edificarla.