Le belle e buone notizie, i gesti di buon senso da parte dei campioni del capitalismo arrivano quasi sempre dalle periferie. Vinadio, Cuneo. «Sto ricevendo senza sosta richieste di interviste e messaggi di complimenti. Sapevo che avrebbe fatto notizia la scelta di donare uno stipendio extra ai duecento dipendenti ma non pensavo di arrivare a tanto. Agli imprenditori che mi scrivono dico di agire come me, alcuni ci stanno già pensando». A parlare con Lorenzo Boratto (“Stampa”, 29/7) è Alberto Bertone, titolare dell'Acqua Sant'Anna, che conclude: «So che quanto investito tornerà raddoppiato, anche se la metà dei soldi è andata allo Stato. Un'assurdità, vero?». Vedremo quanti imprenditori vorranno e sapranno seguire davvero il suo esempio, ossia «combattere l'inflazione, sostenere i dipendenti e le loro famiglie in vista dei rincari dell'autunno, quando il carrello della spesa costerà il doppio. Se crollano i consumi va in tilt l'intera economia». Ne aveva già scritto il giorno prima (“Stampa”, 28/7) Luigi Grassia. E almeno due commentatori avevano associato, con stridente contrasto, Bertone a Bezos, che i ricavi faraonici non sa dove ficcarli, ma replica alla crisi aumentando i prezzi. Uno è Massimo Gramellini (“Corriere”, 28/7): «Nella scelta di mettere più soldi nelle tasche dei lavoratori c'è l'unica salvezza possibile del capitalismo». L'altra è Michela Marzano (“Stampa”, 28/7; titolo: «Bezos e il suo opposto italiano») che così scrive di Bertone: «È uno di quegli imprenditori illuminati che non cancellano la presenza altrui, non vedono i propri dipendenti come semplice merce, ma come persone, riconoscendoli per quello che sono e facendosi carico delle loro difficoltà». Manca lo spazio per riferire che cosa Marzano scrive di Bezos, con la sua ostinazione a «cancellare l'altro», ma sono parole assai meno lusinghiere.