Così le borse di Semhal danno un futuro alle donne
Da bambina sognava di diventare astronauta o astrofisica, perché suo padre le ripeteva che poteva raggiungere qualunque obiettivo. Semhal Guesh è cresciuta ad Addis Abeba, in Etiopia, e sa che se anziché in una famiglia benestante della capitale fosse nata in una povera area rurale, il suo destino sarebbe stato diverso: stop agli studi a 12 anni, nozze premature e combinate... Ma è stata l'architettura, e non lo spazio infinito, a conquistare questa ragazza di 29 anni, che agita le treccine lunghe e sottili e non risparmia risate allegre.
Semhal Guesh in videocollegamento dall'Africa racconta ad Avvenire che la sua fabbrica di borse e oggetti in pelle disegnati da lei e creati a mano con ritagli di pelle, avviata nel 2017 ad Addis Abeba, impiega oggi 110 dipendenti, quasi tutte donne. È il modo in cui le recluta a costituire uno straordinario esempio di impresa sociale: «Abbiamo accordi con una casa rifugio per donne abusate e con un altro centro che accoglie emigrate ritornate in patria – racconta –. Offriamo corsi di formazione di sei mesi, poi l'impiego, soprattutto a ragazze madri con figli piccoli».
Semhal Guesh - .
L'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo ha collaborato con Semhal e con la sua Kabana Leather ("Da noi al mondo"), supportando la formazione per le donne reduci dalla migrazione.
«Se posso creare opportunità di lavoro, è giusto privilegiare donne della nostra comunità, con bambini piccoli e una storia di dolore. La policy aziendale prevede che l'80% dei dipendenti sia costituito da donne. Sono felice di offrire alle donne la possibilità di cambiare e di ottenere lo stesso supporto che io ho ricevuto dalla mia famiglia». Insieme alle mamme, Semhal si occupa anche dei bambini, cui ha dedicato uno spazio in azienda, un open space di un palazzo di Addis Abeba. «Il primo è stato un bimbetto di due anni e mezzo: la madre veniva dal rifugio con lui, lo teneva vicino e così poteva lavorava e procurarsi un reddito. Poi abbiamo trovato per lei e per altre 4 colleghe una casa vicino alla fabbrica. Abbiamo fornito pannolini, latte, vestiti. Oggi il bimbo ha 5 anni, va all'asilo e la mamma è avanzata nella carriera. Ecco, questo è il genere di storie che vorrei replicare mille volte».
Semhal Guesh - .
Di bambini ne sono arrivati altri: «Io non ho figli, ma in verità ogni giorno ne ho 12 che vengono liberamente nel mio ufficio, i più grandi dopo la scuola, i più piccoli tutto il giorno... ». Le borse, i portafogli e gli altri oggetti in pelle di Kabana Leather sono un capolavoro di design e qualità. La pandemia ha colpito duro, non c'era la certezza di sopravvivere, l'export, diretto negli Stati Uniti e in Svezia, è stato congelato, ma rapidamente la produzione è stata convertita in dispositivi di protezione individuali (soprattutto mascherine) e ora pian piano si riparte. Alla domanda se è consapevole di essere un modello di ruolo per le giovani donne in Etiopia, Semhal scoppia in una risata fragorosa: «Per l'Etiopia non so, per le mie dipendenti forse. Voglio mostrare che in questo Paese si possono rompere le tradizioni, ed essere giovani, donne e imprenditrici. Quattro di loro hanno aperto un'attività in proprio: un caffè ristorante, un allevamento di pollame, una stamperia e un negozio di articoli in pelle». E si può cambiare il proprio destino, se qualcuno crede in te.